Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

martedì 5 novembre 2013

#186. music saves. episodio 11. about love, Lauryn, Napster and the Great Beyond.

ovvero: materiale per ricattarmi se non mi volete bene o ogniqualvolta non siate d'accordo con le mie recensioni a ca**o

Lego-R.E.M.!
l'estate del 1999 fu bizzarra e la trascorsi quasi in apnea. l'highlight fu il concerto degli R.E.M. a Bologna, ma fu anche un'estate di amicizie ritrovate e di piacevoli momenti di condivisione. trovai inaspettatamente molte anime affini alla mia ma che sapevano fornirmi una prospettiva più aperta e positiva della vita. 
col senno di poi, fu un segnale che non seppi decifrare molto bene, e forse oggi la mia vita sarebbe diversa. 
ma tutto ha un senso, soprattutto gli errori. 
perché sembra esserci una parte di me che teme la felicità, o per meglio dire che la temeva. forse penso di non meritarmela, di non fare o di non essere mai abbastanza.
invece, in quel periodo, lo ero.
adorabile Michael Stipe
ero dannatamente abbastanza, ero anche troppo, ero un'esplosione di vita e di curiosità. 
mi aprii alla vita come mai avevo fatto fino ad allora e, per l'ennesima volta, come in un ciclo che da molti anni si ripeteva, la musica restò indietro, e le ossessioni degli ultimi anni cedettero il posto agli ascolti distratti e passivi alla radio e sulle piste da ballo. 
mi sentivo finalmente attraente e femminile, degna di attenzione e stima.
e non poteva che succedere: solo quando ti apri alla vita sei pronto per l'amore.
e la musica rimane sullo sfondo, rimane qualcosa che lo sostituisce, l'amore, ma non può eguagliarlo mai, nemmeno lontanamente. 
fu l'inizio di anni strani e tormentati, di una relazione a distanza bellissima e lacerante, della mia grande storia d'amore.
tutto ciò che di stimolante e nuovo è accaduto a partire dall'inizio degli anni Duemila, l'ho ignorato per lungo tempo. i suoni non potevano permettersi di rubare tempo e pensieri all'amore. 
e, complice una nuova fruizione della musica stessa, furono anni di accumulo vuoto e compulsivo.
tra il '99 e il 2000, infatti, scoprii l'esistenza di uno strano programma dal nome Napster. avevo sentito che, gratuitamente, si potevano trasferire i file di intere canzoni nel proprio PC senza muoversi da casa. il procedimento divenne automatismo: canzone alla radio e/o su MTV -> ricerca su Napster -> ascolto su PC. 
tutta la musica del mondo nelle mie mani, in un sogno a occhi aperti che non avrei immaginato nemmeno un anno prima.
perciò addio alle compilation sgangherate su musicassetta a strappare morsi di canzoni dalla radio. addio alle scritte a pennarello coi nomi dei brani. addio walkman con mangianastri. addio spedizioni in quel noleggio video che, non si sa come, noleggiava anche CD che potevo allegramente e con bramosia fare miei (su musicassetta, of course).
l'anno 2000 segnò la fine del supporto magnetico, e con essa la fine di tutto ciò che ero stata fino ad allora: dei miei sogni di ragazzina, dei tragitti verso la scuola con le cuffie ad alto volume, della poesia della ricerca, in cui interi pomeriggi venivano dedicati al tuning spasmodico a caccia di quella canzone. 
avere l'accesso illimitato era inebriante, ma sterile. toglieva una parte attiva e creativa importante all'ascolto e alla fruizione stessa della musica. 
avere tutto era come non avere niente.
i ricordi non si imprimevano più con la stessa forza. il magnetismo del supporto non era solo fisico, ma sentimentale.
ricordavo perfettamente dove e quando avevo sentito quella canzone, in che momento l'avevo registrata. oppure, chi mi aveva passato la cassettina di quell'album per farmelo sdoppiare affinché io lo consumassi di ascolti.
le energie dell'ascolto, prima, erano focalizzate. ora, la nuova modalità era: ascolta e passa al prossimo.
tuttavia, come un ultimo regalo prima del nuovo corso, ci fu un album, uno degli ultimi che acquistai su cassetta, che seppe comunque trovare spazio in quella foga dell'accumulo. 
incantevole Lauryn
un disco immenso e senza tempo. The Miseducation of Lauryn Hill. 
che Lauryn Hill fosse il grande talento dei Fugees era chiaro a tutti. una personalità unica nel suo genere, disinvolta tanto nelle rime quanto nel cantato. una tecnica personalissima che tuttavia non lasciava mai indietro l'interpretazione. 
un disco enorme, un lungo viaggio di educazione sentimentale, di quelle che non si imparano a scuola. l'hip hop, il soul e l'r'n'b più moderni e ispirati da molto tempo a quella parte, e destinati a diventare una fonte di ammirazione e rispetto inesauribile per le giovani soul singers degli anni Duemila.
ce la siamo raccontata insieme, io e Lauryn, in quel periodo. imparavamo ad amare, tra mille errori e peripezie. i R.E.M. c'erano ancora, sempre e comunque in prima fila. c'era The Great Beyond. c'erano le attese degli incontri, le serate al Barrumba, le notti gelide spese ad aspettare tram che non arrivavano mai. 
c'era la vita, finalmente, anche per me.

Nessun commento:

Posta un commento