Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

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venerdì 27 aprile 2012

#162. una nuova via alla black music: Janelle Monáe


Nata nel 1985 a Kansas City, Janelle Monáe è un'artista dalla sorprendente poliedricità. Pur avendo all'attivo solamente un EP e un album, la ventisettenne cantautrice, ballerina e performer è emersa con autorevolezza sulla scena musicale mondiale offrendo una sintesi compiuta e matura di generi musicali tra loro diversissimi. 
Pur partendo da una matrice black, infatti, Janelle la rielabora utilizzando generi come il pop, il rock'n'roll, il musical, la disco, la psichedelia, il jazz, il folk, addirittura la musica sinfonica, con il preciso scopo di costruire la colonna sonora di un più organico progetto artistico. 
Ma andiamo per ordine.

Janelle studia a New York, alla American Musical and Dramatic Academy, con l'iniziale desiderio di sfondare a Broadway. Si trasferisce però ben presto ad Atlanta, dopo aver scelto di dedicarsi completamente alla musica: fonda il collettivo di giovani artisti Wondaland Arts Society e incontra Big Boi degli OutKast, che la fa collaborare a ben due canzoni del loro album del 2006 Idlewild. L'anno successivo la cantante pubblica il suo primo EP, Metropolis: Suite I (The Chase), che nelle intenzioni iniziali doveva essere la prima suite di un concept album in quattro parti ma che poi, dopo la firma con l'etichetta Bad Boy Records, di proprietà di Sean "Diddy" Combs, rimarrà solamente il prequel del primo vero album di Janelle, The ArchAndroid (2010). In realtà la Bad Boy aveva ripubblicato il primo EP nel 2009, integrandolo però con due nuovi brani, mentre il singolo Many Moons aveva ottenuto nientemeno che una nomination ai Grammy's 2009 nella categoria Best Urban/Alternative Performance.
The ArchAndroid altro non è che la seconda e terza suite dell'articolato progetto artistico Metropolis. Anche qui, infatti, come nel precedente EP, la protagonista del concept è l'androide Cindi Mayweather, che nel 2719 si innamora di un umano, Anthony Greendown, nonostante la società lo proibisca. Cindi viene quindi a rappresentare una figura messianica capace di guidare l'umanità verso la salvezza e la liberazione, rappresentando altresì l'incarnazione dell'Altro, del Diverso, di tutte le minoranze vessate e oppresse che, grazie all'amore e alla compassione, possono emanciparsi e condurre la società verso una nuova, illuminata epoca.
I riferimenti tematici sono molteplici: dal film Metropolis, con il suo mondo futuristico popolato di androidi e la cui locandina è chiaramente ripresa nella copertina dell'album di Janelle, alla filosofia buddista (viene citato il testo sacro del Dhammapada, nonché i concetti fondamentali di Samsara e Nirvana), ai romanzi di Philip K. Dick. 
Da un punto di vista strettamente musicale, invece, Janelle raccoglie il testimone di tutto quel filone di musica black di classe che lega personaggi come Ella Fitzgerald, Marvin Gaye, Stevie Wonder, Michael Jackson, Prince, Sade, fino ad arrivare a Lauryn Hill, Erykah Badu, D'Angelo. Sceglie cioè di non proporsi con aggressività esibendo il proprio corpo o ciò che possiede, ma preferisce l'eleganza (non solo musicale), la ricerca stilistica, la versatilità allo sfoggio di arditi vocalizzi, predilige l'interpretazione all'acuto sguaiato. 
E' insomma una scelta di campo, la sua. Janelle Monáe fa però, rispetto agli illustri predecessori, quel passo in più che la rende unica. Si presenta infatti come parte del suo concept, androide lei stessa. Sceglie un'immagine iconica: il tuxedo androgino, le scarpe maschili, l'acconciatura voluminosa e laccata, la pelle di porcellana, i denti splendenti, lo sguardo neutro. Non c'è distinzione tra artista e personaggio. Pensa in grande, è sicura di sé e dei suoi mezzi ma continua a divertirsi, evitando il rischio di apparire arrogante. Canta divinamente, sa mimetizzarsi in ogni brano, che sia un pop celestiale e bucolico o una sfuriata pseudo-punk. 
In definitiva Janelle Monáe è sì un'artista ambiziosa, ma supportata da un grande talento, da un mestiere solido alle spalle (lo ricordiamo: è anche un'ottima ballerina e performer), un grande team di produzione capace di assecondarla al meglio, ma anche da una tenace volontà di proporre un progetto artistico complesso, multidisciplinare, coraggioso nel suo distinguersi dal laccato, iperprodotto e volgare piattume dell'hip hop e dell'r'n'b odierno.
Utilizza tutti i riferimenti che possiede - letterari, cinematografici, musicali, estetici - per portare avanti la sua visione del mondo e della musica. Non cerca l'attenzione in modo sensazionalistico come Lady Gaga, sceglie anzi un'immagine asessuata e algida, però come lei ricicla, riusa, rielabora in modo personalissimo ciò che già c'è. 
E, come lei, è mostruosamente brava

[se volete approfondire, vi rimando alla pseudorecensione del suo primo album The ArchAndroid qui: Occasione di festa numero 54]

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