Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

Mille occasioni di festa feat. Beyoncé

mercoledì 8 dicembre 2010

Occasione di festa numero 48.

Natale, una delle più grandi occasioni di festa. Direi la Festa per eccellenza. Ogni anno rinnova il suo incantesimo, eppure ogni volta è come se fosse la prima. Le vacanze estive sono appena terminate e loro, gli ultrà del Natale, calendario alla mano, iniziano il loro conto alla rovescia, tenendo d'occhio ogni minima possibilità di ponte che possa accorciare e addolcire la lunga attesa, pensando agli addobbi per la Festa già a metà ottobre. Abbiamo un bel dire che il momento presente, che carpe diem, che vivi adesso e non pensare al futuro e blablabla... Tutti pensieri onorevolissimi che, fin dai primi di novembre, per la sottoscritta vanno a farsi bellamente benedire. 
Il profumo nell'aria cambia: è più aspro, appuntito. Gli alberi si spogliano del tutto. Le mattine sono gelide e bianche. Le giornate si accorciano. 
Eppure sembra quasi che questa Festa sia un modo dolcissimo per farci sopportare i piccoli e grandi disagi dell'inverno (che poi a molti piacciono, de gustibus), per far passare il tempo più in fretta.
Il Natale è il sabato del villaggio moltiplicato mille. E' l'attesa spasmodica delle cose belle, di un futuro che si immagina infallibilmente dorato e ricco di meravigliose sorprese. E' la riscoperta dei valori positivi, della bellezza, dei legami, delle cose importanti.
Purtroppo, tali e tante sono queste implicazioni che è facile usarle contro di noi. La follia consumistica del Natale fa leva proprio su questi sentimenti sani per spingerci al superfluo e, paradossalmente, all'allontanamento da quegli stessi valori che ne sono alla base. Il momento dell'anno più puro e carico di significati viene sverginato, umiliato, massacrato dalla nevrosi e dallo stress, dal ricorso improprio al portafoglio, dallo sperpero delle tredicesime, dal martellamento mediatico di spot farciti di un'iconografia natalizia fasulla e melensa. 
E' necessario fermarsi un attimo per capirlo, ma è possibile.
Non dico che la soluzione sia chiudersi in casa, in eremitaggio, radio e televisione spente, amici e parenti vade retro.
Però vi dico come faccio io, che secondo me è una buona quadratura del cerchio.
Fin dalla fine di ottobre riempiono i supermercati di addobbi natalizi? Rallegratevene, che esteticamente è tanto carino, ma resistete. Se proprio non ce la fate, sfogatevi acquistando una, massimo due boules de neige di dimensioni microscopiche (ogni riferimento).
La pubblicità natalizia invade il nostro mondo fin dalla metà di novembre? Ignoratela, eventualmente aiutandovi col tasto "mute" del telecomando o con le due mani sopra gli occhi (mai mentre guidate).
Le vetrine dei negozi più svariati occhieggiano dalla fine di novembre promettendo meraviglie e felicità a portata di mano? Non ci cascate. La felicità è un'altra cosa. Anche se tocca ammetterlo: le vetrine addobbate migliorano il decoro architettonico soprattutto delle città più grigie, trasformano i luoghi consueti in sbrilluccicanti pacchi regalo di dimensioni gigantesche. La bellezza non è mai sbagliata. Esageruma nen*, però (momento di personale understatement sabaudo).
Questo imperativo morale del resistere, resistere, resistere, deve essere accompagnato da un atteggiamento lucido e allo stesso tempo accorato. 
Ovvero: il Natale è un'occasione di Festa fantastica, e non dobbiamo sprecarla.
Circondiamoci di cose belle e soprattutto di pensieri belli, addobbiamo la nostra Casetta rendendola ancora più accogliente e ospitale, scaldiamoci il cuore con la semplice compagnia delle persone che amiamo, cuciniamo per loro, dedichiamoci ai regali pensando a ciò che realmente potrebbe piacere all'altra persona, curiamone noi il biglietto e il pacchettino, fermiamo per un attimo il tempo e smettiamo di pensare alle ottantamila incombenze della nostra vita quotidiana. Chiudiamo gli occhi e pensiamo a ciò che davvero conta.
Non mi soffermo sulle preziose implicazioni religiose, vero fondamento di questa occasione, perché non così brava da riuscire a parlarne, ma, come spesso amo dire, è da qui che dobbiamo ripartire. 
Non dimentichiamo mai che si tratta di un momento di raccoglimento e di celebrazione degli affetti familiari. Poi tutto il contorno, per quanto piacevolissimo, resta e deve restare una semplice conseguenza.

* Non esageriamo

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